Recensione: "IL GIOCO DELL'ANGELO" di Carlos Ruiz Zafón edito Mondadori

Buongiorno sognalettrici, restando in tema delle opere di Carlos Ruiz Zafón vi presento un altro suo grande romanzo, Il gioco dell'angelo, secondo capitolo del cimitero dei libri anche'esso auto-conclusivo.

IL ROMANZO

Titolo: Il gioco dell'angelo
Autore: Carlos Ruiz Zafòn
Editore: Mondadori
Genere: Romanzo
Pagine: 466
Prezzo cartaceo: 12,50€
Prezzo ebook: 6,99€


Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno: diventare uno scrittore. E quando riesce a pubblicare un racconto, il successo arriva. Ma da quel momento la sua vita comincerà per la prima volta a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona sconosciuta e inquietante. Quando David si deciderà infine ad accettare l'offerta, fattagli da un misterioso editore, di scrivere un'opera tanto immane quanto rivoluzionaria, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria...
Con uno stile scintillante e grande sapienza narrativa, l'autore de L'ombra del vento torna a guidarci tra i misteri del Cimitero dei Libri Dimenticati, regalandoci una storia in cui l'inesausta passione per i libri, la potenza dell'amore e la forza dell'amicizia si intrecciano ancora una volta in un connubio irresistibile.
Il tema che accomuna questo romanzo al primo è l'ambientazione, Barcellona, e la predominante presenta del valore dei libri. Il protagonista è un giovane scrittore, Martin, che lavora inizialmente come tuttofare in un giornale fino a quando, grazie al suo protettore, il conte Pedro Vidal, non gli si presenta l'occasione di poter scrivere un vero articolo.


Dormivo più o meno tre ore al giorno e sfoggiavo l'aspetto che avrei avuto se le avessi trascorse in una bara. Vidal, che non aveva mai conosciuto quella fame che non ha niente a che vedere con lo stomaco e che ti mangia dal di dentro, era dell'opinione che mi stessi bruciando il cervello e che di quel passo avrei celebrato il mio funerale prima dei vent'anni. Don Basilio, che non si scandalizzava per la mia laboriosità, aveva altre riserve.

Pian piano la sua bravura lo porterà a scrivere un romanzo e a dedicarsi unicamente alla letteratura e a eliminare ogni rapporto personale ad eccezione del libraio Sempere e Cristina, la moglie del conte, di cui Martin è innamorato. Da qui la narrazione diventa leggermente lenta e desrittiva ma resta l'alone di mistero che aleggia intorno alla "casa della torre" e il suo precedente inquilino, Diego Marlasca.
«Valera disse cosa voleva scrivere Marlasca?»
«Un libro di poesia o qualcosa del genere.»«E lei gli credette?»«Ho visto cose ben strane nel mio lavoro, amico mio, ma avvocati pieni di soldi che mollano tutto per ritirarsi a scrivere sonetti non fanno parte del repertorio.»«E allora?»«Allora sarebbe stato più ragionevole dimenticarmi della questione e fare quello che mi veniva detto.»«Ma non fu così.»«No. E non perché sia un eroe o un imbecille. Lo feci perché ogni volta che vedevo quella povera donna, la vedova Marlasca, mi si rivoltava lo stomaco e non riuscivo più a guardarmi nello specchio senza fare quello che si suppone fossi pagato per fare.»Indicò l'ambiente misero e freddo che gli faceva da casa e rise.«Mi creda, se l'avessi saputo avrei preferito essere un vigliacco e non mettermi in luce. Non posso dire che alla polizia non mi avessero avvertito. Morto e sepolto l'avvocato, bisognava voltare pagina e dedicare i nostri sforzi alle indagini su anarchici morti di fame.»
La storia prende una piega che va dal misterioso al poliziesco che spinge il lettore a divorare le pagine per scoprire cosa si celi dietro tanti misteri. Una figura importante che stempera parte della tensione è Isabella, personaggio femminile che ho apprezzato tantissimo per la sua genuinità e forza di volontà.

Mi avvicinai e le misi una mano sulla spalla. Si scostò d'un balzo, come se l'avesse sfiorata un serpente.
«Non mi tocchi.»«Isabella, scusami. Per favore. Non volevo offenderti.»Mi guardò con le lacrime agli occhi e un sorriso amaro.«Ma se non ha fatto altro. Da quando sono qui. Non ha fatto altro che insultarmi e trattarmi come se fossi una povera idiota che non capisce niente.»«Scusa» ripetei. «Lascia stare quelle cose. Non te ne andare.»«Perché no?»«Perché te lo chiedo per favore.»«Se voglio compassione e carità, posso trovarle da qualche altra parte.»«Non è compassione, né carità, a meno che non le provi tu per me. Ti chiedo di restare perché l'idiota sono io, e non voglio stare solo. Non posso stare solo.»«Che gentile. Sempre a pensare agli altri. Si compri un cane.»
L'autore riesce come per magia a creare una storia in grado di coinvolgere il lettore e ammetto di essere rimasta molto sorpresa dal finale (che non vi rivelo!) che mi ha spinto a rileggere alcune parti. Posso solo fare i miei complimenti a Carlos Ruiz Zafón per la sua incredibile bravura aspettando di leggere al più presto altre sue opere... anche perché questo secondo romanzo si conclude con la nascita del protagonista del primo libro, Daniel Sempere, che rivedremo nel terzo Il prigioniero del cielo.

Attendo con ansia di conoscere il vostro pensiero su quest'autore così complesso.






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