Intervista: Donatella Rizzati "LA PICCOLA ERBORISTERIA DI MONTMARTRE" ed. Mondadori


  
Salve cari lettori!

Oggi siamo in due a darvi la buonanotte... io e Donatella Rizzati abbiamo fatto una chiacchierata,  molto più lunga di questa ma abbiamo deciso di dividerla in due. Curiosi di scoprire qualcosa in più su questo bellissimo libro? 
Buona lettura.



"LA PICCOLA ERBORISTERIA DI   MONTMARTRE" 
Pagine: 292
Editore: Mondadori
Data pubblicazione: 15 Marzo 2016
Autrice: Donatella Rizzati




     1. Cosa rappresenta per te la scrittura?
    La scrittura è uno strumento, un desiderio, un obiettivo, è delizia e tormento. Sono una di quelle persone che “scrive da sempre”, diari, lettere, pensieri, a volte qualche racconto rigorosamente rimasto nel cassetto più nascosto che possiedo. Eppure, per quanto sia un’esigenza e un piacere, quando si è trattato di mettere mano al romanzo, ho scoperto che scrivere non è un atto naturale, almeno per me.  All’improvviso ho conosciuto il timore di non riuscire a tradurre il pensiero in frasi. Sono rimasta per ore a rileggere le stesse parole per capire se il loro suono mi restituiva la sensazione che volevo esprimere, ho cercato di ottenere, con una pazienza che di solito non mi appartiene, il ritmo dei dialoghi che nella mia testa sembrava tanto naturale... insomma, è stato un lavoro vero e proprio. E poi mi sono dovuta misurare con la valanga di letture archiviate nel cervello nel corso degli anni che, d’un tratto, hanno deciso di uscire fuori con i loro linguaggi variegati per sfidarmi a fare ancora di più.
    Però la soddisfazione che è arrivata quando finalmente ho pensato di aver raggiunto il mio obiettivo, be’, è stata impagabile.


    2.Che tipo di lettrice sei?
    Sono una lettrice tanto vorace quanto, ahimè, forzatamente discontinua. Da piccola, quando avevo appena imparato a leggere, leggevo qualsiasi cosa avesse delle parole stampate sopra: dalle scatole dei biscotti a colazione, alle riviste, ai fumetti fino ovviamente a tutti i libri che mi capitavano sottomano in casa e fuori. Ero curiosa e ho avuto la fortuna di avere, dalle elementari in poi, delle insegnanti che incoraggiavano moltissimo questa mia curiosità prestandomi libri di ogni genere. Ricordo che la professoressa di italiano a volte mi diceva: “Mi raccomando, prima però fai vedere il libro a tua madre”, perché forse alcuni erano, come si dice, “poco adatti” (ripenso in particolare a Il Profumo, di Patrick Süskind che io, undicenne, mi guardai bene dal mostrare e finii nel giro di un paio di notti...). Della mia infanzia di lettrice mi è rimasta la curiosità e l’avidità, leggo ancora di tutto, principalmente romanzi (il mio debole resta la narrativa americana dagli anni ’20 in poi, l’Ottocento inglese, il teatro francese del ‘600, Dostoevskij e Tolstoj...), purtroppo però non quanto vorrei, paradossalmente a causa del mio lavoro: faccio la traduttrice editoriale quindi leggo in continuazione per mestiere, ecco perché ho poco tempo da dedicare ai “miei” libri.  

    3.Raccontaci qualcosa del tuo libro.
    Vediamo, in poche parole. Il mio libro parla d’amore, di rinascita e delle infinite possibilità che questi due elementi combinati insieme possono aprire nella vita di chiunque dia loro ascolto.

    4.Come è nata l'idea di questo libro? La trama è stata chiara già dall'inizio o hai costruito la storia pian piano durante la scrittura?
    L’idea di questo libro è nata all’incirca quattro anni fa, in un momento in cui una forzata pausa lavorativa mi ha lasciato molto tempo libero per pensare. Ho sempre avuto il desiderio di scrivere una storia che, da lettrice, mi sarebbe piaciuto leggere e a un certo punto quest’idea ha preso forma nella mia mente come se ci fosse sempre stata, come se non avesse aspettato altro che il momento giusto per poter uscire fuori. All’inizio era soltanto un abbozzo e la trama era molto più semplice poi, in corso d’opera, sono arrivate altre idee, altri personaggi, altri luoghi e devo dire che il risultato finale si è rivelato decisamente diverso dal progetto originario. Parigi, Viola, Gisèle e Romain sono stati così come li conosci sin dall’inizio, il resto invece ha subito diverse modificazioni.

    5.Scegli un estratto, particolarmente significativo per te, dal tuo libro e parlacene.
    “Usa il tuo sguardo interiore, non lasciarti fuorviare da ragionamenti, convenzioni o aspettative. Certe risposte sono già dentro di noi, solo che spesso non le vediamo perché sono nascoste sotto troppe sovrastrutture. L’istinto le conosce perché non c’è mediazione. E tu devi seguire l’impulso che parte dalla pancia, non dal cervello. Una volta che hai formulato un pensiero, hai perso l’occasione. L’attimo è passato. Quindi, quando arriverà quel giorno, non riflettere non pensare, non fare congetture. Esci e imbocca la strada che ti indica il cuore. Sarà sicuramente quella giusta.”
    Sono parole del padre di Viola, in un momento di confronto fra di loro. Ho scelto questo brano perché il rapporto padre-figlia, che nel romanzo potrebbe persino apparire marginale, ha invece per me molta importanza e, forse, è stato uno dei temi più impegnativi da affrontare, a livello personale. 

    1 commento

    1. Complimenti all'autile, il libro è davvero interessante, l estratto mi è piaciuto molto

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