[RECENSIONE] LA RINNEGATA - VALERIA USALA - GARZANTI


Buongiorno Sognalettori!
Oggi vi parlo di La rinnegata di Valeria Usala, il romanzo d’esordio più amato dai librai e dalle libraie, edito da Garzanti che ringrazio per la copia digitale del libro. 🕮

L’autrice

Valeria Usala è nata vicino al mare e cresciuta in mezzo a un mare di storie. Dopo una laurea in lingue e comunicazione, un diploma in storytelling e anni di lotte contro il tempo, ha imparato che dedicarne di più a cinema, cibo e cruciverba fa bene alla salute, oltre che alla scrittura. La rinnegata è il suo romanzo d’esordio che ha scalato in brevissimo tempo le classifiche.

IL ROMANZO


Titolo: La rinnegata
Autore: Valeria Usala
Data di uscita: 26 Aprile 2021
Genere: Narrativa italiana contemporanea
Pagine: 208

Senza un uomo accanto, una donna non è nulla. Teresa ha sempre sentito l’eco di questa frase, come il vento durante la tempesta, ma non ci ha mai creduto. Lei che è quiete e fuoco, rabbia e tenerezza, lotta contro il pregiudizio da quando è nata. Rimasta orfana, non ha avuto nessuno a proteggerla dalla propria intelligenza, oltre che dalla propria bellezza. Un intero paese la rinnega, impaurito di fronte alla sua indipendenza, alle sue parole e alle sue azioni. Perché in fondo sono solo queste a renderla diversa dalle altre donne.
Neanche aver creato una famiglia con l’uomo che ama ha messo a tacere le malelingue e i pettegolezzi. Nessuno crede che la sua fortuna, derivante da un emporio e una taverna che ha costruito e gestisce con le sue forze, sia frutto di fatica e tenacia. Ma le voci sono sempre rimaste solo voci, anche quando a rispondere a tono è Maria, la bruja del villaggio, che vaga per le strade senza una meta precisa.
Quando tutto cambia, Teresa deve difendere ciò che ha conquistato e dimostrare che può farcela da sola. Che non rinunciare a sé stessa significa essere libera. Vuole dare a quel vento, pieno di parole feroci, un afflato nuovo; ma il pregiudizio è forte e saldo, come una radice ancorata alla terra.
Non capitava da anni che un esordio venisse accolto con tanto entusiasmo dalle libraie e dai librai che l’hanno letto in anteprima. Valeria Usala ha scelto di dare voce a una donna dimenticata, una donna che ha deciso di resistere contro tutto e tutti. Una giovane autrice rompe il silenzio che avvolge una storia che ha molto da raccontare. Una storia in cui la Sardegna è protagonista attraverso la sua natura, le sue leggende e le sue contraddizioni. Una storia di coraggio e rinuncia. Una storia di amore e potere. Una storia di rinascita e di speranza.


Valeria Usala ci racconta una storia travolgente e disegna uno splendido affresco della sua terra con eleganza e poesia. I temi trattati in questo romanzo sono attuali e delicati.

Ambientata in un piccolo paese della Sardegna, Lolai, l’autrice ci racconta la storia di Teresa che lotta fin da piccola contro i pregiudizi: è stata sempre mal vista per la sua bellezza e intelligenza. Carattere indomito e fiero, la donna si attira le invidie e le critiche della comunità; forte e in continua lotta per la sopravvivenza, ha accanto poche persone di fiducia.

In un piccolo paese della Sardegna, dove lo sguardo degli uomini può diventare invadente e quello delle donne s’insinua malevolo, Teresa, bellissima e fiera cammina lungo il selciato a testa alta, sfrontata e indifferente all’opinione altrui. È una donna forte, indipendente e quindi diversa dalle altre, determinata e instancabile; vive con il marito Bruno con cui gestisce la taverna e ha appena partorito il loro terzo figlio, instancabile lavora con sacrificio e costanza.
Supportata da Tore, amico d’infanzia e dalla fedele Gavina, saggia e solitaria, sempre pronta a difenderla nelle lotte quotidiane. Le altre donne perbeniste del suo paese non perdono occasione di giudicarla e parlarne male, e gli uomini di desiderarla e infastidirla.

L’autrice descrive in modo autentico quanto sia diffusa la malignità e l’invidia tra compaesani. E la congiura del paese nei confronti di Teresa diventa ancora più soffocante, quando una terribile disgrazia colpisce la famiglia, diventando quasi un pretesto per dare manforte a quei pettegolezzi malevoli, che arriveranno a distruggere delle vite.
Teresa è il simbolo di un cambiamento che nel paese nessuno vuole o sa accettare; è una donna indipendente ed emancipata, che non vuole essere relegata al ruolo di madre e moglie, ma anzi, non vuole rinunciare ai suoi desideri e alla sua libertà, per difendere la quale arriverà a pagare un prezzo altissimo.

“Teresa rimase immobile mentre il parroco, a qualche metro di distanza, la fissava soddisfatto. La vedova abbassò di scatto la testa e sputò per terra; poi si voltò e uscì sulla piazza illuminata, al contrario della chiesa che in pochi minuti si era fatta più buia di una caverna.”

In mezzo a tanti volti ostili, Teresa trova conforto in altre due donne, Maria e Gavina.
La prima, un’altra donna vittima del sistema, è anch’essa rinnegata dal suo ambiente, ma, a differenza di Teresa, alla sua libertà ha rinunciato da tempo.
Da giovane anche Maria, come Teresa, aveva combattuto per essere una donna libera, pagando un prezzo altissimo per le sue scelte, ma con il passare del tempo, tutto questo l’ha trasformata nella bruja: la strega del paese.

“…la vecchia si fermò di fronte alla chiesa con il mazzetto di asparagi ancora in mano. Unì le mani accartocciate dalle rughe sotto la fontana e fissò quelle cicatrici antiche scolpite sui palmi, finché l’acqua non le sommerse per comporre il riflesso sbiadito della sua faccia stanca. Non riusciva più a vedersi con chiarezza, ma dentro di lei, sapeva. Negli anni, ai segni di quelle ferite corporee se ne erano aggiunte delle altre, meno visibili ma tanto profonde da logorarle la mente.”

Unite da un legame antico e dalla stessa sorte, Teresa e Maria sono diverse, ma allo stesso tempo simili: entrambe scontano la pena di essere donne libere in un luogo e un tempo in cui il desiderio d’indipendenza non può essere perdonato, ma diventa arroganza agli occhi dei compaesani che vivono in una società retrograda e omertosa.

“Siamo l’inerzia di un fiore reciso: il vigore nelle sue radici, trapiantate in terre straniere. Siamo l’impeto di un fuoco ardente; la quiete nelle sue ceneri, raccolte in cumuli sparsi.”

L’autrice quindi ci racconta in parallelo, la storia passata della madre di Teresa. Maria che appena trasferitasi con la sua famiglia a Lolai, deve fare in fretta, correre al fiume e portare acqua per la piccola Gesuarda, secondogenita dei signori Collu, che è molto malata.
È agosto e il sole ardente non concede tregua, ma la giovane obbedisce prontamente alla richiesta del suo nuovo padrone. Il carattere della quindicenne Maria è già temprato dai continui spostamenti dei genitori, inservienti di famiglie benestanti; ha imparato a fare il suo lavoro a dovere. Maria incontrerà l’amore quel giorno, ci farà emozionare e sogneremo con lei e Vincenzo, fino a quando ferita si spezzerà e vivrà come un’ombra.
Indurita, inaridita, la donna compirà il sacrificio più grande, rinnegata da chi aveva tanto amato. Le ingiustizie profonde e il dolore conseguente la porteranno a maledire e a trasformarsi. L’amore diventa odio, la pazienza diventa indifferenza.

“… la memoria è l’ultima occasione che abbiamo per evitare estinzioni, ridare dignità e trasformare le nostre vite in storie immortali.”

Valeria Usala con uno stile maturo e, talvolta, aspro come la terra che racconta tramanda una vicenda realmente accaduta, trasformandola in memoria collettiva e rendendo giustizia a Teresa e a Maria.
È una storia tutta al femminile di rinuncia, di resistenza, di violenza, di dolore; è una storia senza tempo, che lascia alle donne e agli uomini di oggi un messaggio attuale e che ci invita a riflettere perché quanto accaduto a Lolai continua ad accadere ancora oggi; perché ancora si sparla, si accusa, si uccide. Ma in mezzo a tutto questo buio il finale, crudo e inaspettato al tempo stesso, ci lascia anche un messaggio di speranza grazie a una piccola ma grande donna, Maddalena.
Tre generazioni per chiudere un cerchio e abbracciare ancora la speranza, tre donne legate dal sangue e dal dolore dell’abbandono, tre vite da ricordare grazie a Valeria Usala, una nuova penna nella narrativa di qualità, una donna che da voce alle donne.

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