[RECENSIONE] IO NON TI LASCIO SOLO - GIANLUCA ANTONI - ADRIANO SALANI EDITORE


Buongiorno Sognalettori!
Oggi vi parlo di un libro molto speciale “IO NON TI LASCIO SOLO" di Gianluca Antoni, pubblicato dalla casa editrice Adriano Salani Editore, che ringrazio moltissimo per la copia digitale del libro! 😊🕮

Gianluca Antoni è nato nel 1968, vive a Senigallia dove lavora come psicologo, psicoterapeuta, ipnotista, career coach, formatore e scrittore.
“Scrivere per me è una grande passione che ho alimentato sempre sia nel tempo libero che nel lavoro. In questi anni mi ha portato alla pubblicazione di alcuni romanzi e di alcuni testi e manuali su tematiche di psicologia e orientamento al lavoro.”
Con questo libro, di cui sono già stati venduti i diritti cinematografici, ha vinto il torneo letterario IoScrittore, l’Holmes Awards e il premio Romics.


IL ROMANZO


Titolo: Io non ti lascio solo
Autore: Gianluca Antoni
Data di uscita: 28 Gennaio 2021
Genere: Narrativa italiana contemporanea per ragazzi
Pagine: 288

L’amicizia è affrontare insieme la paura. Lo sanno bene Filo e Rullo, due ragazzini diversissimi eppure inseparabili, che decidono di scappare da casa e di avventurarsi tra i boschi, alla ricerca del cane di Filo, perso durante un temporale. Per ritrovarlo si spingono fino alla cascina di Guelfo Tabacci, uno schivo montanaro di cui si mormora che anni prima abbia ucciso suo figlio. Così, l’ingenuità della loro fuga lascia il posto ai terribili segreti del mondo degli adulti. Molto tempo dopo, nella cantina di quello stesso casolare vengono ritrovati due diari. Sono stati proprio i due amici a scriverli, consegnando a quelle pagine ingiallite la soluzione del mistero e il racconto, insieme crudo e poetico, di un’estate destinata a cambiare per sempre le loro vite. In un paesaggio dominato dal contrasto tra la luce dell’eterna innocenza e il buio del dolore, Gianluca Antoni mescola le atmosfere del giallo a quelle del romanzo di formazione. Con colpi di scena e toni delicati, racconta i rapporti tra genitori e figli, le strategie imprevedibili con cui affrontiamo la perdita, ma anche la tenacia di legami fatti per sopravvivere al tempo.


Capace di descrivere con profondità la psicologia dei suoi personaggi, l’autore inizia la storia ripercorrendo un momento fondamentale: Teofilo, detto Filo, è provato dalla fuga durante un temporale del suo amato cane Birillo e lo cerca rischiando la vita.
Accanto, il suo amico del cuore Rullo che, nonostante le differenze tra loro, ha sempre dimostrato lealtà e fiducia nei suoi confronti.
Si compensano a vicenda i due amici, con sincerità il loro legame sfida anche una prova di coraggio come questa.

Decidono di affrontare Guelfo Tabacci, che a loro parere nasconde il cane da tempo, e che a sua volta possiede un feroce dobermann di nome Diablo.
Tempo prima l’uomo, montanaro schivo, era stato sospettato di essere il responsabile della scomparsa del figlioletto Tommaso, di appena due anni, caso mai risolto, oscuro e misterioso.
Si evince dal racconto che Guelfo, abbandonato dalla moglie Adele, aveva preteso di tenere il figlio con sé in cambio della libertà concessa alla donna, maltrattata psicologicamente e fisicamente, di andarsene dall’amante, lasciandole volutamente un senso di colpa enorme.

Le memorie di quei giorni sono scritte all’interno di due diari scritti dai due amici, nascosti nel muro della cantina di Tabacci, quando si sono avventurati alla ricerca di Birillo dentro la proprietà di Guelfo. Ogni dettaglio si trova in quelle pagine che nell’incipit vengono ritrovate dal maresciallo De Benedittis e lo aiuteranno a far luce su un caso di non semplice risoluzione.

“Il maresciallo Giuseppe De Benedittis rigira i quaderni tra le mani. Nero l’uno, rosso l’altro.
Le copertine sporche di fango, gonfie, a stento riescono a trattenere le pagine. Odorano di muffa. Li sfoglia avanti e indietro.
Ogni pagina è ricoperta da una calligrafia infantile che si srotola precisa tra le righe sottili. Nel frontespizio un’unica parola, un nome: Filo, in quello nero; Rullo, in quello rosso.
L’inchiostro blu, identico nei due quaderni, è sbiadito ai margini fino a rasentare il grigio.”

Nel diario Filo ci permette di conoscere un pregresso difficile e doloroso: dalla morte della madre lui e il padre Paride, entrambi segnati dal dolore hanno un rapporto difficile. Colpiti dal lutto reagiscono in modo estremo: il padre beve per sedare il dolore, il figlio invece si chiude e non esterna emozioni, ancorandosi al suo cane che la madre prima di lasciarlo solo gli aveva regalato.

Tre i momenti temporali che si alternano tra le pagine del romanzo:
il presente del ritrovamento dei diari e del finale;
il passato di vent’anni fa che narra di Filo e Rullo alla ricerca di Birillo;
il passato di trent’anni fa dove Guelfo denuncia la scomparsa del figlio, mai ritrovato.

Ogni storia si scoprirà intrecciata ad un’altra, ricche di mistero e di esperienze formative.
Disposti anche a mettere in pericolo la loro vita, i due amici si proteggeranno a vicenda.

Protagonisti assoluti di questa avventura Filo e Rullo, antitetici per certi versi ma straordinariamente identici per altri.
Filo ‘butta il cuore oltre le fiamme’ e Rullo, un po’ per inerzia ma trainato dall’affetto per lui, lo segue superando le sue paure.
La scorza dura di Filo è data dalla sua storia personale, la perdita della madre e il rapporto difficile col padre ma nasconde una fragilità che ha bisogno di esprimersi, covata sotto la cenere.

Il maresciallo gli domanda di Rullo. «Che tipo è?»
«Timido, ma quando prende confidenza non la smette più di parlare. Perché la timidezza è solo uno scudo apparente di paura tra sé e lo sconosciuto, e che quando lo sconosciuto diventa conosciuto e abbatti lo scudo allora il timido mostra anche l’anima perché rimane senza difese. E quel che posso dire, rispetto a Rullo, è che la sua anima è grande come una balena».

Altro tema trattato nel romanzo è quello della diversità, rappresentata prima di tutto dal personaggio di Scacco che agli occhi di tutti appare come un matto, ma che riesce a leggere nel cuore di Filo e di Rullo, accompagnato da un’altra nuova amica Amélie, anche lei del paese vicino.
Amélie è una ragazzina curiosa e solare che vive con i nonni. Darà una mano a Filo e Rullo nella ricerca di Birillo, oltre che nel cercare di tirar loro fuori dai guai. Il tutto insieme a Scacco, un giovane bizzarro che vaga per il paese e che riesce a capire appieno i sentimenti e i pensieri dei suoi amici più piccoli.

Io non ti lascio solo mette in risalto il difficile rapporto tra il mondo dell’infanzia e il mondo adulto, di cui il primo paga inesorabilmente le conseguenze del secondo.
Ma il romanzo parla anche della bellezza dell’amicizia e di come un affetto straordinario può spingere ad atti di coraggio che vanno aldilà delle aspettative.

Un romanzo di formazione splendido che ci trasportano in una dimensione a temporale.
Tante verità ci aspettano tra le pagine di questa avventura.
I personaggi sopravvissuti del dolore, sembra proprio di vederli, di toccarli, da quanto credibili ne sono le descrizioni ed emozioni. Mi è sembrato di essere con loro in questa avventura, ho sofferto con loro, ho respirato con loro. Il finale mi ha convinto come pochi, commovente e tenero, un libro che regalerò, rileggerò, perché già mi manca.



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