[RECENSIONE] DIVORARE IL CIELO - PAOLO GIORDANO - GIULIO EINAUDI EDITORE


Buongiorno Sognalettori,
torno a parlarvi di un altro libro che ha catturato pienamente la mia attenzione:
"Divorare il cielo" di Paolo Giordano, pubblicato da Giulio Einaudi Editore.

Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. Ha un dottorato in fisica ed è autore di quattro romanzi: La solitudine dei numeri primi (Mondadori 2008, Premio Strega e Premio Campiello Opera Prima), Il corpo umano (Mondadori 2012), Il nero e l'argento (Einaudi 2014 e 2017) e Divorare il cielo (Einaudi 2018 e 2019). Per Einaudi ha pubblicato anche Nel contagio (2020). Ha scritto per il teatro (Galois e Fine pena: ora) e collabora con il «Corriere della Sera».


IL ROMANZO


Titolo: Divorare il cielo
Autore: Paolo Giordano
Data di uscita: 8 Maggio 2018
Genere: Narrativa contemporanea italiana
Pagine: 440


Quei tre ragazzi che si tuffano in piscina, nudi, di nascosto, entrano come un vento nella vita di Teresa. Sono poco più che bambini, hanno corpi e desideri incontrollati e puri, proprio come lei. I prossimi vent’anni li passeranno insieme nella masseria lì accanto, a seminare, raccogliere, distruggere, alla pazza ricerca di un fuoco che li tenga accesi. Al centro di tutto c’è sempre Bern, un magnete che attira gli altri e li spinge oltre il limite, con l’intensità di chi conosce solo passioni assolute: Dio, il sesso, la natura, un figlio.

Le estati a Speziale per Teresa non passano mai. Giornate infinite a guardare la nonna che legge gialli e suo padre, lontano dall’ufficio e dalla moglie, che torna a essere misterioso e vitale come la Puglia in cui è nato. Poi un giorno li vede. Sono «quelli della masseria», molte leggende li accompagnano, vivono in una specie di comune, non vanno a scuola ma sanno moltissime cose. Credono in Dio, nella terra, nella reincarnazione. Tre fratelli ma non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, inestricabilmente legati l’uno all’altro, carichi di bramosia per quello che non hanno mai avuto. A poco a poco, per Teresa, quell’angolo di campagna diventa l’unico posto al mondo. Il posto in cui c’è Bern. Il loro è un amore estivo, eppure totale. Il desiderio li guida e li stravolge, il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. Perché Bern ha un’inquietudine che Teresa non conosce, un modo tutto suo di appropriarsi delle cose: deve inghiottirle intere. La campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent’anni e quattro vite. I giorni passati insieme a coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l’altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto dell’universo.



Un romanzo che si svolge in un arco temporale di quasi 20 anni, profondo, emozionante, attuale, malinconico.
Un libro che parla da solo, una scrittura scorrevole e magnetica, a trama tesa.
Una storia di terra, amore e carnalità, un romanzo che mi ha travolta come un fiume in piena, denso di argomenti importanti e attuali: ecologia, fecondazione assistita, omosessualità, alcolismo, amore, religione.
L'ansia che attanaglia i protagonisti nel creare qualcosa di incontaminato dal veleno del mondo, che possa essere un orto, un amore o un figlio.

Correre dietro ad un desiderio egoistico ci ha fatto a pezzi.

Sono sette i personaggi del romanzo: Teresa, Bern e il loro amore il principale protagonista.
Tommaso, Nicola, Danco, Corinne, Giuliana, semplici ragazzi divenuti adulti in una Puglia bella e arida.

Narrato da Teresa, i protagonisti vogliono realizzare un sogno, quello di mettere in piedi una masseria green e autoprodurre cibo, energia, generi di prima necessità nel pieno rispetto dell'ambiente che li circonda.

Teresa, sedicenne, si innamora di Bern arrivando addirittura a divinizzarlo, a subirlo, un amore soffocante, il centro del suo mondo che le provocherà molta sofferenza.

Non si finisce mai di conoscere qualcuno... Sarebbe meglio non iniziare affatto.

Ritroveremo Teresa, quasi trentenne, a fare i conti con le sue scelte, i suoi dolori, la morte tragica e inverosimile del suo amato Bern, che decide di andare morire in una caverna in Islanda.

La vita raramente è un cerchio che si chiude, e questo libro lo dimostra chiaramente.

Un gran bel romanzo, per me, il migliore di Giordano fino ad oggi.



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