[REVIEW PARTY] FIGLI DI VIRTÙ E VENDETTA - TOMI ADEYEMI - RIZZOLI


Buongiorno Sognalettori!
Oggi il blog ha come protagonista un libro freschissimo di stampa, un libro che sicuramente catturerà la vostra attenzione sia per il titolo che per la cover molto suggestiva… infatti proprio da oggi trovate in tutte le librerie “FIGLI DI VIRTÙ E VENDETTA scritto dalla giovanissima Tomi Adeyemi, pubblicato in Italia dalla casa editrice Rizzoli, che ringraziamo moltissimo per averci fornito il file per la lettura in anteprima.

Come vedete abbiamo deciso, assieme ad altri blog, di festeggiarne la pubblicazione creando un bel Review Party. 😉

Ma ora qualche notizia sull'autrice:

Tomi Adeyemi è una giovanissima scrittrice  afroamericana di origine nigeriana, vincitrice del premio Hugo and Nebula, e insegna scrittura creativa. Vive in California, a San Diego. Si è laureata in letteratura ad Harward e ha studiato la mitologia, la religione e la cultura dell’Africa occidentale a Salvador in Brasile. Quando non lavora ai suoi libri o guarda video dei BTS, scrive sul suo blog tomiadeyemi.com
Figli di sangue e ossa, primo episodio dell’Eredità di Orïsha, è stato un successo internazionale, pubblicato in 27 Paesi e a lungo dominatore indiscusso della classifica del New York Times.
ChildrenofBloodandBone.com

IL ROMANZO


Titolo: Figli di Virtù e Vendetta
Autore: Tomi Adeyemi
Data di uscita: 9 Giugno 2020
Genere: Narrativa contemporanea straniera | Fantasy
Pagine: 432


Dopo aver combattuto contro l’impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue. Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro. Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall’ira della monarchia.Ma con la minaccia di una guerra civile all’orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.

Comunque: NIENTE PANICO!


Come il precedente libro, anche “Figli di virtù e vendetta” di Tomi Adeyemi, ha immediatamente catturato la mia attenzione: secondo volume di una trilogia di Fantasy Young Adult ambientato nell’Africa dell’ovest, con protagonista una ragazza che deve lottare contro la monarchia tiranna e spietata per riportare l’equilibrio in un regno dove la magia – tornata in maniera inimmaginabile – e la crudeltà della monarchia hanno stravolto la vita di tutto il popolo.

Zélie Adebola è una ragazza di 17 anni dalla carnagione molto scura, lunghi capelli bianchi come la neve, occhi argentei e, fin dalla nascita, è un’indovina, ovvero è una maji e ha poteri magici, esattamente come li aveva sua mamma, prima che fosse uccisa durante il sanguinoso Raid quando Zélie era appena una bambina. Suo padre e suo fratello maggiore Tzain invece sono kosidán, ovvero non hanno mai avuto poteri magici né il distintivo colore bianco nei capelli, tipico dei maji.

Prima che tutto iniziasse, Zélie viveva col padre e col fratello a Ilorin, un piccolo villaggio sull’oceano, non lontano dalla città di Lagos, però dall’inizio del primo libro ad ora ne sono successe di tutti i colori! Il Raid , anni addietro, aveva portato un gigantesco lutto in tantissime famiglie del popolo, dato che erano stati assassinati tutti i maji adulti, e la magia era apparentemente scomparsa… ma questa forza innata si è risvegliata potente in Zélie, che per questo ha dovuto farsi carico di un peso enorme, molto più grande di quanto avesse mai potuto immaginare. In particolare dopo la battaglia nella quale ha lottato fino allo stremo per poter riportare la Magia ai maji, battaglia che ha lasciato non pochi cadaveri sulla sua scia (tra cui purtroppo anche persone a lei care, come il suo amatissimo padre Baba), ma anche persone spietate, come il Re Saran…

Apro gli occhi verso il cielo freddo e grigio, verso l’oceano strepitante che si frange sulle scogliere rocciose di Jimeta. Non posso restare nel passato.
Non posso tenere in vita mio padre.
Il rito che è costato la vita a Baba mi ossessiona mentre mi appresto a dargli una sepoltura. Il mio cuore è appesantito dal dolore che ha sofferto, da ogni sacrificio che ha fatto per consentirmi di riportare indietro la magia.


Questo secondo libro inizia nel vivo dell’impresa: sull’isola sacra di Jimeta qualcosa è andato storto nel rito che Zélie ha fatto per cercare di riportare la magia al suo popolo… Infatti ora non solo la magia è tornata in modo prepotente ed irruento (tanto da rinascere in coloro che non la sanno controllare), ma, come se non bastasse, la maggior parte dei maji sono persone piene di rabbia, sofferenza e soprusi subiti che si ribellano (questi ribelli si fanno chiamare Iyika) ed insorgono devastando la città di Lagos e attaccando anche il palazzo reale. Inoltre c’è un’inspiegabile novità: dopo il rito, anche alcuni nobili hanno ricevuto dei poteri magici, trasformandosi in tîtán !


Contrassegnati dalle ciocche di capelli bianchi, i tîtán sono apparsi tra i nobili e i militari dopo il rito, sfoggiando una magia simile a quella dei dieci clan dei maji. Ma, a differenza nostra, i loro poteri non hanno bisogno di formule magiche per presentarsi. Come Inan, le loro capacità grezze sono molto potenti.
So che il risveglio della loro magia deve essere frutto di qualcosa di sbagliato che ho fatto nel rituale, ma la vista di quelle persone mi fa venire sempre un nodo alla gola.
È difficile vedere le loro ciocche bianche e non vedere lui.

Tra i nobili diventati tîtán c’è anche Amari Olúborí, principessa figlia del re Saran e sorella minore del principe Inan.
Nel primo libro abbiamo potuto conoscere Amari come una ragazza di 17 anni dagli occhi color ambra e dalla pelle ramata (colore più chiaro distintivo della famiglia reale), abbiamo conosciuto meglio Inan (18 anni) capitano delle guardie del re e in qualche modo connesso a Zélie da quando i loro occhi si incrociano per la prima volta, e abbiamo visto più volte comparire il simbolo della famiglia reale: una leopardera delle nevi.

Ora però le cose si complicano decisamente.
Nonostante Roën e i suoi mercenari fremano per ricevere l’oro che è stato promesso loro per aver aiutato Zélie a raggiungere l’isola sacra per il rito (nonostante qualcosa sia andato storto), Amari deve prendere una difficile decisione per evitare che il regno crolli: decide di rivendicare il trono, visto che le spetta per linea ereditaria, credendo di essere rimasta l’unica ancora viva della sua famiglia…

Ogni volto scavato mi conficca l’ennesimo ago dei sensi di colpa nel cuore. Mentre guarisco e mi lecco le ferite, l’intero regno soffre tuttora per le ferite inferte da mio padre.
Non ho più tempo per nascondermi. Devo prendere il mio posto sul trono di Orïsha. Sono l’unica persona in grado di instaurare un’era di pace. La regina che può riparare tutto ciò che mio padre ha distrutto.

La sorpresa che Amari riceve però è ancora più inaspettata e crudele del previsto: la regina Nehanda, sua madre, è ancora viva e agisce in modo spietato e furioso – totalmente diverso dalla sua indole – tanto da accusare la figlia tacciandola di tradimento alla famiglia reale, chiamandola assassina! Che piano più grande e ordito avrà in mente?
E se già questo lascia tutti i stucco, quel che segue è ancora peggiore: sfere di majiacite gassoso… e la comparsa di una tîtán potente come non se n’erano mai viste, così potente da spaventare persino Zélie, sempre più abbattuta e disperata dal dolore e dalle sconfitte subite…
Tuttavia la vicinanza di suo fratello Tzain e di Amari – che ormai considera quasi una sorella – la aiutano a non gettare la spugna, a riflettere e a far forza su tutte le risorse che ha a disposizione, anche la sua adorabile, fedele ed inseparabile leonera Nailah.


«Hai visto di peggio.» Le do una pacca su una spalla. «Puoi affrontare anche questo.»
Amari annuisce, ma le tremano ancora le mani. Non vedo un terrore simile in lei da quando eravamo due estranee nel mercato di Lagos. Al tempo, non era altro che una principessa in fuga. Io ero solo la figlia di un povero pescatore. È entrata di prepotenza nella mia vita e ora l’intero regno non sarà mai più lo stesso.

Con una narrazione scorrevolissima, potente e piena di pathos, Tomi Adeyemi entra immediatamente nel vivo della storia anche in questo secondo volume, trascinando i lettori in un’avventura mirabolante, piena di imprevisti, di colpi di scena, condendo tutto con quel suo tocco originale, vivido e palpabile di un amore per la sua terra di origine (la Nigeria), per la lingua yoruba, ma soprattutto la cura con cui descrive la sua giovane, forte ed inarrestabile eroina.

Se avete letto la mia recensione di “Figli di sangue e ossa” QUI, sicuramente potete capire di cosa parlo.
Ho trovato in questo secondo libro la stessa intensità, le stesse emozioni e la medesima scrittura che mi hanno travolta, emozionata ed incollata alle pagine dall’inizio alla fine.
Questo secondo libro è decisamente potente, inquieto e vibrante almeno quanto il precedente, ed ho nuovamente apprezzato il ritmo incalzante della trama, che intrattiene i lettori e li porta con sé in ogni scena, in ogni sentimento, in ogni colpo di scena presente nel libro.

Vi posso confermare, per la seconda volta dunque, quanto io abbia apprezzato la scrittura della giovane Tomi Adeyemi e con quanta passione io consigli la lettura di questa trilogia, non solo per la storia in sé, ma anche per il messaggio importante contenuto all’interno.


Vi auguro una Buona Lettura, e aspetto tutti i commenti, pareri ed impressioni di voi Sognalettori che seguite sempre con affetto il nostro blog.



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