[RECENSIONE] LA MEMORIA DELLE FARFALLE - ANNAMARIA PISCOPO RIZZOLI



Buongiorno Sognalettori,
oggi torno sul blog con un libro che è uscito davvero da pochi giorni e che, fin dal titolo, dai colori stupendi della cover e soprattutto dalla sinossi, mi ha incuriosita al punto tale da volerlo assolutamente leggere... e per questo ho deciso di parlarvene!

Il libro è "La memoria delle farfalle" di Annamaria Piscopo, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli, che ringrazio enormemente per avermi inviato la copia in anteprima.

Annamaria Piscopo è nata ad Avella e vive a Napoli, dove si è laureata in biologia e dove si occupa di farmacovigilanza presso Clinpharma.
Appassionata di storie, ha frequentato un laboratorio di scrittura creativa; questo è il suo primo romanzo.
 

IL ROMANZO


Titolo: La memoria delle farfalle
Autore: Annamaria Piscopo
Data di uscita: 3 Marzo 2020
Genere: Narrativa contemporanea italiana | Young Adult
Pagine: 288


Giulia ha sedici anni, pochi grilli per la testa e un'amica del cuore, Alice, con cui trascorre tutte le sue giornate tra la scuola e il tempo libero. Finché un giorno Alice muore sotto i suoi occhi e il mondo di Giulia va in pezzi. Una sera incontra Mattia: diciotto anni, capelli ribelli, un ragazzo dolce e semplice che nelle ore libere dal liceo lavora in un allevamento di farfalle, la sua passione. Anche lui ha subito una perdita, sua madre è morta pochi mesi prima e sta ancora cercando di ricostruire la sua vita attorno a quell'assenza. Giulia e Mattia si cercano, si innamorano, si perdono, fino al momento in cui capiscono che insieme possono essere più forti. Ma con il passare dei mesi, Giulia si rende conto che la realtà intorno a sé nasconde delle ombre. Alice aveva dei segreti e lei, forse a causa del trauma della perdita, li aveva dimenticati. Un passo alla volta, Giulia deve trovare il coraggio di affrontare il dolore, le cose non dette e quelle che ha dimenticato, arrivando a scoprire quanto può essere forte l'amore, in tutte le sue forme.

La forza dell'amicizia. Il primo grande amore. La verità nei ricordi.



Questa è la storia di Alice, ma è anche la storia di Angela, è la storia di Mattia, ma soprattutto la storia di Giulia.
Ma partiamo dall’inizio.

Alice e Giulia sono migliori amiche fin dalla quarta elementare e sono cresciute insieme; abitano a Roma in zona Parioli, frequentano il liceo classico e hanno trascorso talmente tanto tempo l’una con l’altra da essere praticamente in simbiosi anche sui gusti delle serie tv o nella scelta dei luoghi da frequentare, perché funziona così tra due migliori amiche: quel che piace all’una piace anche all’altra… o per lo meno se lo fa piacere e andar bene pur di vedere l’altra felice. E fra loro è sempre stato così.

Alice (16 anni) capelli lunghi e biondi, il sorriso sbarazzino con le labbra piene, è alta, bella e disinvolta tanto che dimostra tranquillamente due anni di più. La sua saga preferita è Twilight (che guarda sempre a casa di Giulia) e le piace tenere per mano la sua migliore amica come hanno sempre fatto fin da bambine.
La sicurezza che dimostra Alice quotidianamente e la sua spigliatezza in ogni situazione l’hanno sempre portata ad essere ben voluta da tutti e… a mettere un po’ in ombra la sua migliore amica.

Giulia (16 anni) ha grandi occhi verdi, è magra magra e più piccola di statura rispetto ad Alice, ha le efelidi attorno alle guance e, nonostante non abbia il fisico formoso come quello della sua migliore amica e sappia che tutti la vedano come “amica di Alice” più che come Giulia, lei è felice così, perché non potrebbe volere di più: con la sua migliore amica si sente felice e viva.
Almeno fino al giorno in cui, dopo che si sono appena salutate e si guardano ancora sorridendo ai due lati opposti della strada, in un pomeriggio di un Aprile stranamente mite sotto ad una pioggia leggera, Giulia vede all’improvviso la sua migliore amica morire così, in mezzo alla strada.

Quando qualcuno che ha un posto così importante nella tua vita muore, è un po’ come se mettessi a fuoco il mondo, che prima era sfocato, tutto lo spazio occupato solo da una persona. Il resto era un contorno. E quando diventi la superstite di una tragedia, la gente ti nota, ti vuole con sé, vuole essere parte di un dolore che neppure prova.

Lo shock è talmente forte per Giulia che, dopo 6 mesi, è ancora decisamente sconvolta, e senza la sua amica del cuore si sente fragile, insicura e priva della voglia di andare avanti.
Così una sera, presa dall’enorme disperazione e nostalgia di Alice, decide di scappare di casa per andare in un locale – il Gilda, il preferito di Alice – e dopo aver indossato i vestiti dell’amica, si prende una bella sbronza… ma è proprio grazie a questa sbronza che avrà modo di incontrare Mattia, un ragazzo che d’istinto sente di dover andare in suo soccorso e che riesce a vedere oltre le lacrime dei suoi occhi verdi col trucco tutto sbavato.
Ma chi è questo ragazzo che è capitato per caso sul cammino di Giulia? E perché lei, nonostante l’enorme imbarazzo, si sente comunque a suo agio in compagnia di questo sconosciuto?

Mattia ha 18 anni, frequenta l’ultimo anno al liceo classico ed abita nel quartiere della Garbatella, sembra bello e dannato (grazie al suo bel fisico) ma in realtà è molto dolce e gentile, ed è così che fin da subito si dimostra nei confronti di Giulia. Certo, Mattia è corso in soccorso di Giulia perché l’ha vista in difficoltà (oltre che ubriaca) ma soprattutto ha percepito subito quanto la sua sbronza fosse una copertura per nascondere un dolore grande che, come un fiume in piena, ha travolto anche lui 6 mesi prima.
La madre di Mattia infatti è morta dopo una lunga agonia e da quel momento la vita del ragazzo è cambiata. Lui che prima era così felice e solare, si ritrova a parlare poco niente col padre, e trascorre più tempo possibile fuori casa: o con Francesco (il suo migliore amico), Romina e Massimo, ma soprattutto nell’allevamento di farfalle dove lavora da anni.
Le farfalle infatti sono diventate la sua passione crescendo, e quel che era iniziato come uno svago per assecondare la richiesta di sua madre, diventa poi un vero e proprio lavoro fisso e anche un luogo dove rifugiarsi, come una seconda casa. Se da una parte il lavoro di allevatore di farfalle è alquanto insolito per un adulto, lo è decisamente di più per un ragazzo che trascorre talmente tanto tempo lì da preferirlo a qualsiasi altro luogo.

Quando i miei compagni di classe mi chiedono incuriositi cosa facciamo esattamente all’allevamento, mi limito a raccontargli la nostra attività passaggio per passaggio. Dovrei dirgli che osservare le farfalle, vederle passare da uno stato all’altro, mi tira fuori dallo schifo in cui mi pare di affogare. Mi rimette a posto con il mondo anche solo per qualche pomeriggio.

Tuttavia è proprio grazie alle farfalle che Mattia ha potuto continuare a mantenere il suo carattere dolce e sensibile, senza dar sfogo a tutta la rabbia che ha dentro… O per lo meno fino a quando una brutta rissa con due compagni di scuola lo spedisce obbligatoriamente a seguire delle sedute con una psicoterapeuta.

Anche Giulia, dopo sei mesi di buio, ha iniziato ad andare in terapia e se inizialmente lo fa perché obbligata dalla madre, dopo un po’ comincia ad andarci sempre più volentieri perché Angela – la sua psicoterapeuta di 38 anni, così giovane, simpatica e alla mano – le piace e la mette a suo agio.
E infatti sarà proprio grazie ad Angela che Giulia potrà affrontare piano piano tutte le sue paure, le sue insicurezze, le sue emozioni più dolorose e anche quelle più belle: Giulia sente di potersi fidare di Angela, soprattutto ora che non ha più una migliore amica a cui confidare tutto e che le manca al punto tale da sentirla sempre vicino a lei.

Per tre giorni non ho parlato. Non che non potessi, ma non volevo. Appena credevo di essere pronta, ci ripensavo, non volevo affogare nelle mie parole, non volevo parlare di quello che avevo visto. Mi sentivo come se avessi dimenticato la via di casa e non potessi più tornarci; e quando parlavo o cercavo di ricostruire quel giorno, tutti mi guardavano come se fossi pazza. Mia madre mi ha convinta a vedere Angela, ci sono voluti sei mesi, ma alla fine l’ho accontentata.

Sebbene da quel primo incontro Giulia e Mattia non si siano neanche presentati a dovere, il destino ci mette lo zampino, perché farà in modo che i due ragazzi si rincontrino più volte in situazioni inaspettate, dove la gentilezza, la pazienza e anche un pizzico di “deus ex machina” facciano sì che le loro strade e le loro emozioni si incrocino e si intreccino in maniera più salda.

Pagina dopo pagina, capitolo dopo capitolo l’autrice ci fa addentrare sempre di più nella storia e, attraverso una narrazione in prima persona alternata tra i due protagonisti principali, ci permette di scoprire e capire piano piano la sofferenza che attanaglia Giulia, ci fa scoprire di più chi fosse Alice e ci lascia comprendere meglio anche Mattia, la sua passione per le farfalle e il significato che racchiudono… così importante per la trama di questo libro.

Ci sono segreti, ci sono cose da svelare, ci sono ricordi dolorosi che faticano a riaffiorare alla mente, ci sono confidenze che vengono fatte dopo tanta fatica e ci sono anche innumerevoli momenti delicati che toccano il cuore del lettore quando viene svelata pian piano la storia di Giulia, ma anche quella di Mattia, quella di Alice e… sì, anche quella di Angela.
Con uno stile scorrevolissimo, dalle tinte delicate ma al contempo che sanno andare in profondità nei sentimenti e nelle sensazioni, Annamaria Piscopo accompagna i lettori in una storia preziosa, delicata e allo stesso tempo tenace come lo sono le farfalle, che con la loro crescita e la fiducia nel loro bozzolo si affidano a ciò che il destino ha in serbo per loro, affrontando periodi difficili ma anche altri bellissimi.

Non sapevo a cosa sarei andata in contro quando ho iniziato la lettura di questo libro, ma la scrittura dell’autrice – nonostante sia al suo libro d’esordio – è stata in grado di catturarmi al punto tale da farmelo divorare velocemente, quasi tutto d’un fiato, arrivando dritta al mio cuore e alla mia sensibilità.
Sì, certo, i protagonisti di questo libro sono molto giovani, ma non per questo il libro è da considerare leggero: le emozioni che vengono descritte e le vicende narrate infatti vanno in profondità e fanno riflettere, quindi le trovo adatte per lettori di qualsiasi età, anche non più teenager… l’importante è che abbiano la mente aperta e il cuore disposto a vivere assieme ai protagonisti ciò che è nascosto in ogni capitolo.

Pertanto non posso che consigliarvi vivamente la lettura di “La memoria delle farfalle” sperando che questo libro sia altrettanto capace di emozionarvi, colpirvi e trasportarvi nel vivo del racconto esattamente come lo è stato per me.
C’è chi dice che i libri capitino al momento giusto alla persona giusta, io penso che, sebbene la lettura di questo libro sia arrivata per me un po’ inaspettata, probabilmente era destinata a me, o almeno alla mia sensibilità, perché mi sono trovata assolutamente a mio agio tra le pagine di questo libro…
E l’ho letto, un po’ per caso, anche pensando ad una ragazza molto dolce e amante dei libri che, come me, ha intrapreso quest’avventura. Maria Cristina, sai cosa intendo! 😉💜

Bene, non mi resta che salutarvi, augurarvi una buonissima lettura e aspetto trepidante i vostri commenti sotto al mio post… sono sempre più che graditi!!

Ci risentiamo presto,


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